Calcolatore di Profondità di Campo
di Campo:
Cos'è la Profondità di Campo?
La profondità di campo è la somma delle distanze davanti e dietro al punto di fuoco entro le quali la nitidezza dell'immagine è accettabile.
Precisando, solo un piano parallelo al sensore della fotocamera (o videocamera) è perfettamente a fuoco. Si tratta del piano di messa a fuoco. Esistono però due distanze (una verso il sensore e una nel verso opposto) all'interno delle quali la nitidezza degli oggetti è accettabile. La somma di queste due distanza è la profondità di campo.
La profondità di campo è influenzata (principalmente) da:
- Lunghezza Focale: Semplificando, al crescere della lunghezza focale diminuisce la profondità di campo. Il paesaggista che lavora con un grandangolo avrà meno problemi (o opportunità se si vuole usare lo sfocato artistico) di chi utilizza teleobiettivi.
- Distanza del Soggetto: All'aumentare della distanza del soggetto, aumenta la profondità di campo (a parità di condizioni).
- Apertura del diaframma: Sempre a parità di condizioni, ad una maggiore apertura del diaframma corrisponde una profondità di campo minore. Capità spesso di trovarsi nella situazione di trade-off Profondità di Campo/Tempo di esposizione (la prima da massimizzare, il secondo da minimizzare), che può essere risolta innalzando la sensibilità ISO a discapito della qualità d'immagine.
Cos'è l'Ipefrocale?
L'iperfocale o distanza iperfocale è la distanza del punto di messa a fuoco tale che la profondità di campo si estende da un determinato piano (posto a metà tra quello di messa a fuoco e il sensore) fino all'infinito.
La distanza iperfocale varia al variare di lunghezza focale e apertura del diaframma mentre non avrebbe senso dire che è influenzata dalla distanza del soggetto poichè è essa stessa la distanza dal soggetto che vogliamo calcolare.
Le definizioni qui sopra sono riferite al crepuscolo serale. Per il crepuscolo mattutino (detto anche aurora), gli angoli restarno gli stessi ma il ciclo si inverte poichè il sole sorge.
La tecnica della distanza iperfocale è molto utilizzata nella fotografia di paesaggio: il fotografo calcola la distanza iperfocale e, mettendo a fuoco a tale distanza, è sicuro che tutti gli oggetti che si trovano ad una distanza pari almeno alla metà dell'iperfocale siano a fuoco.
Per diminuire la distanza iperfocale (a parità di lunghezza focale), il fotografo deve diminuire l'apertura del diaframma.
A volte si necessita di una distanza iperfocale molto ampia. Si tratta di quelle situazioni in cui si vuole avere a fuoco contemporaneamente un primo piano e il paesaggio sullo sfondo. In questi casi, per ottenere una distanza iperfocale sufficientemente estesa, si dovrebbe chiudere di molto il diaframma e il fenomeno della diffrazione (perdita di nitidezza) diventerebbe via via più evidente.
Oltre un certo limite inferiore nell'apertura del diaframma, che dipende dall'obiettivo e dalla nitidezza che vogliamo ottenere (con il mio Canon 10-22mm ad esempio non chiudo mai più che a f/11), può essere conveniente scattare due (o più) foto allo stesso soggetto con i punti di messa a fuoco a distanze diverse in modo da coprire la distanza target e poi fondere le due (o più) foto in Photoshop con le maschere di livello.