Il flusso di lavoro nella Post Produzione
Di Simone Pomata - Aggiornato al 30 Maggio 2012
Probabilmente una buona parte dei lettori di questo articolo lavorano spesso sulle foto in post produzione. Ma quanti di questi lo fanno con un preciso criterio? E quanti invece eseguono qualche regolazione senza un preciso ordine e finiscono quando l’immagine li convince abbastanza? Moltissimi.
Non c’è niente di più sbagliato che fare post produzione “a sensazione”. Se è vero che in questa fase la sensibilità del fotografo nel dosare al meglio le varie regolazioni fa spesso la differenza, è altrettanto vero che la conoscenza delle leve su cui le tecniche di post produzione agiscono e una razionalizzazione del flusso di lavoro aiutano ad ottenere risultati migliori senza che la fantasia e la creatività del fotografo debbano essere limitate.
In questo articolo in un primo momento vi spiegherò su cosa agiscono gli strumenti di post produzione e successivamente vedremo come organizzare il flusso di lavoro, cioè con che ordine andare ad applicare le diverse regolazioni.
Le leve della Post Produzione
Per spiegare su cosa agiscono gli strumenti di PostProduzione di Photoshop (o di qualsiasi altro software), facciamo riferimento al metodo di composizione dei colori HSB. Secondo questo modello ogni colore può essere considerato come una combinazione di tre fattori: tonalità, saturazione e luminosità (o hue, saturation, brightness, da cui HSB). La tonalità o tinta indica il tipo di colore: rosso, blu, magenta, marrone, ecc. sono tutte tonalità di colore. La saturazione è l’intensità del colore: più un colore è saturo e più apparirà acceso; se la saturazione è nulla, avremo un grigio. La luminosità è la quantità di luce che un colore emette: con luminosità massima avremo il bianco, con luminosità nulla il nero.
L’immagine qui sopra mostra tutti i possibili colori su tre dimensioni come combinazione delle tre variabili: l’angolo di rotazione H definisce la tonalità, l’asse S definisce la saturazione e l’asse V (Value, corrisponde a Brightness) definisce la luminosità.
Ora che conosciamo il metodo HSB, possiamo comprendere che quando faremo post produzione andremo a modificare tonalità, saturazione e/o luminosità a seconda della tecnica che utilizzeremo:
- Tonalità: Il comando Tonalità presente in Immagine->Regolazioni->Tonalità/saturazione agisce esclusivamente sulla tonalità. Lo strumento più utilizzato per regolare la tonalità è però Bilanciamento colore, raggiungibile da Immagine->Regolazioni (anche se va detto che Bilanciamento colore modifica in modo non marginale la saturazione);
- Saturazione: La saturazione può essere modificata con lo il comando Saturazione in Immagine->Regolazioni->Tonalità/saturazione, con lo strumento Vividezza (Immagine->Regolazioni->Vividezza) e in modo più accurato agendo sui canali in modalità LAB (ne parlerò in un articolo più avanti). Con lo strumento Bianco e nero (presente in Immagine->Regolazioni) non faremo altro che azzerare la saturazione (oltre a lavorare sulla luminosità spostando i diversi livelli di colore);
- Luminosità: La luminosità viene modificata direttamente attraverso gli strumenti Luminosità ed esposizione o con le tecniche di contrasto (Curve, Valori tonali) o in modo selettivo con strumenti come Ombre/Luci (tutti questi strumenti li trovate in Immagine->Regolazioni). Il contrasto di una foto dipende dalla luminosità dei suoi pixel, quindi se modifichiamo il contrasto significa che stiamo lavorando sulla luminosità.
Il flusso di lavoro
Ora che conosciamo le tre diverse leve della post produzione, vediamo in che ordine utilizzarle. Il flusso di lavoro che consiglio è questo:
- Correggere due possibili difetti della lente: Aberrazione cromatica e Vignettatura;
- Correggere eventuali sotto/sovraesposizioni della foto;
- Agire sulla tonalità lavorando sul bilanciamento del colore ;
- Modificare la luminosità lavorando sul contrasto (solo su macrocontrasto e contrasto globale, non sul microcontrasto, si veda Il contrasto - Tre livelli d'analisi);
- Rifinire il livello di saturazione (molte volte non è necessario);
- Correggere altri due possibili difetti della foto: distorsione e linee cadenti e fare eventuali crop (ritagli).
Una volta terminato questo il flusso di lavoro, si può sempre tornare indietro per fare delle piccole correzioni, ma il ciclo deve essere sostanzialmente rispettato. Ma perché lavorare proprio secondo questo ordine? Vediamo quali sono i motivi per i quali rispetto questa sequenza di operazioni.
Comincio correggendo aberrazione cromatica, vignettatura e eventuali errori di esposizione perché sono operazioni da effettuarsi in Camera Raw o in Lightroom e quindi all’inizio del flusso lavoro. Sono infatti difetti che vanno eliminati da subito perché con le successive regolazioni non farebbero altro che accentuarsi! Nell’immagine qui sotto il primo passo è stato eliminare la vignettatura in Camera Raw (posizionarsi col cursore sull’immagine per vedere la differenza). L’esposizione era corretta e non c'era aberrazione cromatica.
Poi passo al bilanciamento del colore perché anche questa operazione va fatta sul Raw (in Camera Raw o Lightroom) per dare ai colori la giusta tonalità e per poter poi lavorare al meglio su contrasto e saturazione. Nell’immagine qui sotto ho quindi effettuato il secondo step: ho bilanciato il colore (passate col mouse sulla foto per vedere l’immagine senza bilanciamento colore).
Successivamente regolo il contrasto prima della saturazione, perchè molto spesso quest’ultima non ha bisogno di regolazioni e perché un’immagine poco contrastata può sembrare poco satura (anche se non lo è). Quindi in un primo momento correggo il contrasto in modo da poter poi valutare se modificare o meno la saturazione. Nell’immagine seguente il terzo passo consiste quindi nell’aumento del contrasto con gli strumenti Curve e Valori Tonali.
Infine ho effettuato il quarto ed ultimo passo sull’immagine seguente: ho aumentato la saturazione ed ho ottenuto l’immagine finale!.
Questa foto non aveva linee cadenti né distorsione quindi non le ho dovute correggere. Comunque, queste due correzioni le lascio per ultime assieme ad un eventuale crop perché nel caso in cui voglia effettuare un’esposizione multipla utilizzando un altro Raw, posso farlo comodamente se non ho distorto/ritagliato l’immagine.
Inoltre questa immagine è la composizione di tre esposizioni, quindi prima di effettuare tutte queste operazioni ho unito i vari files Raw con le maschere di livello. Si tratta di una tecnica avanzata. Più avanti spiegherò in un altro articolo come fare.
Un ulteriore passo nel flusso di lavoro
Lo sharpening (Il Microcontrasto), se applicato deve essere l’ultimo passo nel nostro flusso di lavoro. Non tutte le foto ne hanno bisogno (serve solo per ottimizzare una foto per un preciso uso) ed è comunque raccomandabile conservare una copia della foto senza sharpening. Nell' articolo Il Microcontrasto potete approfondire l'argomento.